Ecomuseo del Rame, Lavoro e Resistenza (Certificato HERITY INTERNATIONAL)

Ecomuseo del Rame, Lavoro e Resistenza
Cenni storici

Alpette anticamente era chiamata "terra dei mastri ramai" in ogni via del paese si sentiva il tintinnio dei martelli che prima modellavano i manufatti e poi li abbellivano con la martellatura, ma per capire perchè in Alpette e nella Valle dell'Orco e Soana era famoso questo mestiere, bisogna ricordare che vi erano cinque miniere di rame, che il rame era portato nelle varie fucine della zona e dopo la fusione, sotto il maglio a testa d'asino, veniva data la prima sagomatura.

Con un carro trainato da muli il rame semilavorato veniva portato nelle varie botteghe dove i mastri ramai lo modellavano interamente a mano, come si può ancora vedere presso la scuola del rame di Alpette.
Con maestria attraverso "l'arte" dei mastri ramai, ogni pezzo di rame diventava un pezzo pregiato: paioli per la polenta, secchi o caldaie per il latte, contenitori per la panna, padelle, imbuti e sigelle da pozzo.
Famose sono le caffettiere di Balaccio, i lavori eseguiti dalla famiglia Sandretto che avevano il laboratorio in località Getta.
Verso il 1900 i mastri ramai emigrarono a Torino, come carrozzieri presso la fiat, Pininfarina, Bertone, ecc.
Dal 1983 ad Alpette, su iniziativa del Comune e grazie all'appoggio della Regione, Provincia e Comunità Montana Valli Orco e Soana, si tengono corsi annuali per la lavorazione del rame, secondo un'antica tradizione locale si lavora solo unicamente a mano, imparando tecniche antichissime.

Nella terra dei mastri ramai

I nostri nonni cucinavano nelle pentole di rame perché questo metallo ha una capacità di trasmissione del calore elevatissima e, di conseguenza, uniforme, consentendo ai cibi di cuocere nel migliore dei modi. L'omogenea distribuzione del calore permeva una cottura che non aggrediva i cibi, preservandone le proprietà nutrizionali e le caratteristiche organolettiche. Inoltre, i cibi non si attaccavano al fondo. La qualità della cottura, infatti, dipende molto dal "volano termico" generato dallo spessore della lamina. All'inizio del '900 fu l'alluminio, più leggero ed economico, "più futuristico", a sostituire in molte famiglie le pentole di rame. Circa 40 anni fa ha fatto la sua comparsa la pentola in acciaio inox e molto più recentemente le pentole in lega. Rimestando, si cuoce tutto lo stesso, è vero, ma la cottura non sarà mai uniforme, perché le notevoli variazioni di temperatura influiscono negativamente sul risultato finale. Con il rame, invece, il calore avvolgeva ed accarezzava il cibo. La cottura era più rapida e rispettosa dei profumi e dei sapori.
L’Ecomuseo de Rame nasce, su iniziativa del Comune, con il contributo della Provincia di Torino, per ricordare il lavoro umile e pregiato che i mastri ramai eseguivano nei tempi passati. Insieme al laboratorio del rame, il museo rappresenta un momento di incontro per capire il valore di questo lavoro. L’Ecomuseo del Rame di Alpette fa parte del circuito degli Ecomusei della Provincia di Torino ed è certificato Herity. E aderisce “progetto Cultura Materiale” , avviato dalla Provincia di Torino nel 1995, volto alla creazione di una rete ecomuseale che fa cardine sul riconoscimento identitario di una comunità con il proprio territorio.

La visita guidata illustra gli oggetti esposti all’Ecomuseo e loro utilizzo; successivamente, anche con l’ausilio di filmati in apposita sala video, spiegazione sulla lavorazione del manufatto con prove pratiche . Ai partecipanti viene spiegato come si producono le pentole ed i tegami in rame dando loro la possibilità di fare dei piccoli lavori (es braccialetti lavorati in rame).
Nel periodo estivo è aperto tutti i giorni festivi, nella rimanente parte dell’anno solo su prenotazioni telefonando in Comune o consultando le indicazioni presenti sul sito internet del Comune di Alpette. Il museo del rame, nasce su iniziativa del Comune, per ricordare il lavoro umile e pregiato che i nostri mastri ramai eseguivano nei tempi passati.
Insieme al laboratorio del rame, il museo rappresenta un momento di incontro per capire il valore di questo lavoro.

I pezzi esposti sono 800, suddivisi in 4 gruppi:

-oggetti in rame risalenti alla fine del 1800 utilizzati sia per uso domestico che per la lavorazione del latte;
-attrezzatura per la lavorazione del rame;
-oggetti per il lavoro contadino
-laboratorio della scuola del rame con attrezzatura originale per la lavorazione del rame, con dimostrazione pratica

L’ecomuseo

L’ecomuseo posto in via Sereine ad inizio del paese di Alpette, in un fabbricato originariamente ad uso di officina, fu allestito nel 2004 allo scopo espositivo ma anche come laboratorio-scuola.
Un tentativo di rilanciare un mestiere quello del ramaio o magnin, che andava scomparendo ma che nella storia del paese rappresentava una parte importante sia sociale che economica.
Le illustrazioni, le foto del fine ottocento primi del novecento, ci mostrano infatti gli alpettesi impegnati a lavorare il rame estratto dalle miniere presenti nei territori vicini.
Con l’avvento dell’industrializzazione e la nascita delle prime boite e fabbriche automobilistiche, gli abili ramai alpettesi furono reclutati in massa, scesero a Torino nel ruolo di battilastra per produrre le prime automobili.
Le foto dell’epoca ora riprodotte, sono collocate nella seconda ala dell’ecomuseo a supporto della ricostruzione di un angolo dell’epoca che fu.
Il laboratorio-scuola nel tempo ha esaurito la sua spinta iniziale ma rimane uno stanzone a disposizione per le visite scolastiche ove con il supporto di un ramaio vengono prodotti piccoli braccialetti e medaglie a ricordo della visita.
La prima ala posta all’ingresso della struttura, ospita oltre ottocento oggetti catalogati fra manufatti di rame, attrezzi per la loro lavorazione ma anche vestiario ed oggetti della tradizione locale orientata in passato anche verso l’agricoltura.
Sono presenti alcuni oggetti in rame provenienti dalle Marche.
La sala può ospitare una settantina di posti a sedere per assistere a proiezioni, iniziative culturali e lezioni proposte al mondo scolastico.
Il 28 maggio del 2022 infine è stata inaugurata la terza ala dopo il recupero delle struttura muraria.
Ospita la nuova esposizione dedicata alla Resistenza che riprende in parte e sviluppa quella inizialmente prodotta nel 2014.
Il nuovo allestimento percorre il periodo che va dal fine ‘800 fino ai giorni nostri, illustrando la storia del novecento.
Dei due conflitti mondiali, delle origini del fascismo che si contrappone alle iniziative rappresentate dalla società operaie e di Mutuo Soccorso presente anche in loco e da cui deriva la storica frase pronunciata nel 1922 dall’alpettese Giovan Battista Goglio ‘Titala’ “voi fascisti bruciate le case ma l’ideale è come la pietra e la pietra non brucia”.
Prosegue con la storia resistenziale sia locale che del canavese e delle Valli di Lanzo , raccontando episodi, battaglie ma anche la vita di tutti i giorni.
Gli ultimi pannelli sono dedicati alla rinascita della democrazia e al percorso sui sentieri partigiani che partendo proprio da Alpette percorrono la provincia di Torino.
Oggetti, abbigliamento, residui bellici, foto ed attestati vari con immagini proiettate sui monitor fanno da corollario all’esposizione.

Dall’altra parte della strada è collocata la biblioteca comunale che ospita oltre 8.000 volumi che affrontano moltissimi argomenti fra cui una ampia raccolta dei racconti di Emilio Salgari che soggiornò in loco ispirandosi per i suoi numerosi libri ed articoli.
Sono ospitati anche i fondi librari donati dalle famiglie dei Senatori Pecchioli e Pugno e dell’Architetto Berlanda, suo il tecnigrafo esposto.
In una parete laterale del cimitero è esposto un affresco che ricorda la sfilata partigiana del 6 maggio 1945 in piazza Vittorio a Torino ma anche una cartina geografica a che racconta la vita di Franco Berlanda, cittadino onorario, partigiano in loco ed il gruppo denominato “gli svizzeri”, a ricordo di quei tempi.
Inoltre è esposta l’opera d’arte in bronzo denominata la ‘mano della pace’ riproduzione in formato minore del monumento posto in India dal famoso architetto internazionale Le Corbusier.

Posizione e contatti

Name Description
Address Via Sereine, 1
Phone 0124.809122
EMail poloculturale.alpette@gmail.com
Opening Su prenotazione
Modalità di accesso
E' presente rampa di accesso per disabili.
Bagno per disabili e accesso gratuito durante gli orari di apertura estivi.

Collegamenti


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